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-- Maár Írisz --

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Sono nata in Ungheria in un piccolo paesino accanto a un fiume che lo circonda, ma fin da piccola sognavo di partire e scoprire il mondo.

In Ungheria ho studiato Scienze Letterarie e Culture e Lettere Comparate all’Università Eötvös Loránd di Budapest.

Dopo aver incontrato Firenze durante gli studi Erasmus, ho scelto di capovolgere la mia vita e trasferirsi lì. Mi piace pensare — come dice il detto — che il nome sia il presagio del destino. Credo fortemente nel libero arbitrio.

All’Università degli Studi di Firenze ho completato il programma Joint-degree italo-ungherese. 

Mia mamma mi ha sempre detto di scrivere, ma mi sono opposta, come fanno le figlie. Adesso, finalmente, ho preso in mano la penna anch'io.

Traduco le poesie di Attila József dall’ungherese all’italiano in collaborazione con Anna Cavallini, e nell’ambito di una borsa di studio ungherese ho tradotto L’isola dell’abbandono e Le luci nelle case degli altri di Chiara Gamberale.

Ho avviato il mio progetto letterario-culturale, La Bussola, anche con l’intento di creare un ponte tra le realtà artistiche e letterarie italiane e ungheresi. 

Adesso frequento i gruppi poetici fiorentini Solchi in-versi e Poeti Peripatetici

Ho partecipato al corso di libroterapia umanistica presso la Scuola di Psicoterapia Comparata di Firenze.

Dal mio nonno ho ereditato l’amore per lo sport. Dal padre ho ricevuto il senso dell'ironia. Dal patrigno ho imparato l'amore per la conoscenza. Dalla madre ho preso la curiosità.  

Credo profondamente nell'arte e nel potere curativo dell’arte.

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